Patrizio Travagli
Biografia
Artista di respiro internazionale, Patrizio Travagli da tempo sostiene la validità sociale e culturale dell’arte integrata con l’architettura. Nella sua interessante ricerca si alternano in sintonia il fare arte con tecniche e materiali “classici” (tela , pittura, colori, carta, oro, argento, ottone) e l’uso delle più moderne tecnologie (led , fibre ottiche fonti illuminanti di varie tipologie) “segni” apparentemente lontani vengono messi in dialogo armonico tra loro avvertendo in maniera decisa l’intensità ed il timbro di un sentimento manifestando l’incidere sulla percezione della realtà.
Tutto ciò gli fa occupare a pieno titolo un posto di primissimo piano in quella tendenza che viene definita “informale”.
Nasce a Firenze nel 1972, città dove vive e lavora. Si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1993. Comincia l’attività espositiva nel 1992, ancora studente dell’Accademia.
A partire dal 1999 arrivano i primi riconoscimenti, tra i quali il 2° premio al concorso “Torino Incontra l’Arte” e il premio della giuria al concorso “Targhetti Light Art“.
Dal 2003 è Direttore dell’Accademia d’Arte di Firenze. I suoi lavori sono stati esposti in luoghi di interesse internazionale, tra i quali
- il Chelsea Art Museum di New York
- il Museo Zoologico “La Specola” di Firenze
- il museo MAK di Vienna
- il Centro di Arte Contemporanea – QUARTER (oggi EX3) di Firenze
- il Museo dell’Architetttura MUAV di Mosca
- Arsenale di Venezia
- la Qaitbay Citadel di Alessandria
- il Castello Sforzesco di Milano
- il Museo Vittoria Colonna di Pescara
- la Kunstlerhaus di Solothurn
- Het Wild Weten di Rotterdam
- il DIFC di Dubai
- Stadt Galerie e Kunstmuseum di Berna
- la Biennale di Parigi.
Risale al 2010 l’opera “Stupore“, presentata alla 54° Biennale di Venezia, all’interno del Padiglione del Costa Rica.
Nel 2011 ha partecipato alla XII Biennale di Parigi con il progetto Talking Bulbheads.
Artista di respiro internazionale, Patrizio Travagli, da tempo sostiene la validità sociale e culturale dell’arte integrata con l’architettura.
Nella sua interessante ricerca si alternano in sintonia il fare arte con tecniche e materiali “classici” – tela, pittura, colori, carta, oro, argento, ottone – e l’uso delle più moderne tecnologie – led, fibre ottiche, fonti illuminanti di varie tipologie.
“Segni” apparentemente lontani vengono messi in dialogo armonico tra loro, avvertendo in maniera decisa l’intensità ed il timbro di un sentimento, manifestando l’incidere sulla percezione della realtà.
Tutto ciò gli fa occupare a pieno titolo un posto di primissimo piano in quella tendenza che viene definita “informale”.